Cammina lentamente. Sola. Riflessa sulle vetrine assume andatura trionfante. Si muove a tempo di musica, i passi che scandiscono le parole di una canzone di vittoria, ed io… inevitabilmente la seguo. Lungo la via, per le scale, sul marciapiede, dentro il vagone e ovunque, ipnotizzato dal ritmo dei suoi tacchi, accecato dal sole che rivela il profilo della sua figura dentro il vestito leggero, inebriato dalla goccia di sudore che le solca le spalle, la seguo.
Improvvisamente si volta.
Uno sguardo, appena un sorriso e riprende la marcia. Controlla sulle vetrine che io la segua.
Mi ha scelto.
L’ho riconosciuta.